Jirí Kolár (Protivín, 24 settembre 1914 – Praga, 11 agosto 2002) è stato un artista, poeta, scrittore e traduttore ceco. La sua opera è famosa sia nel campo dell'arte visiva sia per la letteratura.
Jirí Kolár è nato in una famiglia modesta, suo padre è panettiere e la madre sarta per signore. Impara il lavoro del falegname e svolge diverse professioni. Espone per la prima volta nel 1937 dei collage poetanti. La sua prima raccolta di poesie viene pubblicata nel 1941.
Nel 1942, insieme al teorico dell'arte Jindrich Chalupecký, allo scultore Ladislav Zívr, al pittore František Hudecek, ai poeti Ivan Blatný, Jirina Hauková, Josef Kainar e ad altri artisti, fonda il gruppo 42 (Skupina 42), che celebra «l'incanto della tecnica».
Jirí Kolár nel 1944 incontra Bela e la sposa nel 1949. Jirí e Bela non solo sono stati artisti molto attivi, sono stati anche assidui collezionisti delle opere dei loro amici. Questa collezione, così come parte delle loro opere, è stata ceduta nel 2002 al Museo Kampa di Praga.
Così come molti altri alla fine della guerra, Kolár si scrive al Partito comunista cecoslovacco, ma diversamente dai più ne esce nel giro di qualche mese. Pubblica numerosi testi; scrive Dny v roce (Giorni dell'anno), rivista di poesie del 1947, ma anche testi in prosa Roky v dnech (Anni dei giorni), censurato dal nuovo regime comunista. Nel 1953, alla fine del regime stalinista, è condannato a un anno di prigione.
Tra il 1959 ed il 1961, lavora alle sue Básne ticha (Poesie in silenzio) che rompono con la poesia verbale e spingono la decostruzione del poema già iniziata da Stéphane Mallarmé nel suo Coup de dé e seguito da Guillaume Apollinaire nei suoi Calligrammi. Per questo la sua creazione prende la forma di un collage realizzato con testi e immagini stampate. Nel suo Týdeník 1968 (Settimanale 1968), giornale sotto forma di collage di avvenimenti della Primavera di Praga e della successiva invasione della Cecoslovacchia da parte delle truppe del Patto di Varsavia la poesia non è altro che l'illustrazione di un'immagine poetica.
Interdetto dal pubblicare o esporre nel periodo della Normalizzazione, firmatario della Carta 77, Jirí Kolár emigra a Parigi nel 1980. È nella capitale francese che fonda la Revue K (Rivista K), dedicata agli artisti di origine ceca in esilio in Francia.
Il proseguimento della sua opera scritta è un commento all'opera plastica, con l'intervista Odpovedi (Risposte) e soprattutto con Slovník metod (Dizionario dei metodi, o L'asino alato), in cui recensisce le diverse tecniche del collage usate nella realizzazione delle sue opere, alcune delle quali di sua invenzione.
Dopo la Rivoluzione di velluto del 1989 che mise fine al regime comunista cecoslovacco, si sposta spesso a Praga. Nel 1990, con Václav Havel e il pittore Theodor Pištek crea il Premio Jindrich Chalupecký (Cena Jindricha Chalupeckého), volto a ricompensare un giovane artista sotto i 35 anni, divenuto una sorta di Premio Goncourt delle arti plastiche in versione ceca, sempre molto seguito e talvolta molto contestato.
Jirí Kolár è morto a Praga nell'estate del 2002.

Kolar Jiri

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