Mirko Basaldella (Udine, 1910 - Cambridge (USA), 1969)
Secondogenito, dopo Dino e prima di Afro, di Leo, alla scomparsa del padre per cause di guerra nel 1918 insieme ai fratelli viene mandato presso un collegio protestante a Venezia dove frequenta la scuola media e l'istituto d'arte. Espone per la prima volta a Udine nel 1928 in una mostra dal titolo "Scuola Friulana d'Avanguardia", insieme ai fratelli, a Modotto e Filipponi, in un clima di rivolta generazionale.
Dopo un breve rientro a Udine, entra a bottega da Arturo Martini che segue a Monza e a Milano. Nel 1934 si trasferisce a Roma dove stringe un sodalizio artistico con Corrado Cagli del quale più tardi sposerà la sorella Serena. Espone alla Galleria Sabatello a Roma insieme ai conterranei Modotto, Grassi e Pittino come "Gruppo friulano d'avanguardia". Nel 1935 partecipa alla II. Quadriennale romana dove espone anche nel 1939, 1959, 1960 e 1965, 1966 e nel 1936 alla Biennale di Venezia, anno che vede la sua prima personale alla Galleria della Cometa a Roma e due anni dopo, con i disegni, alla corrispondente sede di New York.
Mentre si moltiplicano le sue partecipazioni a mostre sia di scultura che di disegno, nel 1937 insieme a Cagli e Afro è a Parigi, nel 1938 realizza placchette a sbalzo per un mobile di Casa Cavazzini a Udine, le cui pareti sono decorate da Afro con un intervento di Cagli; si tratta di una tra le prime testimonianze di un crescente interesse per l'arte orafa. Nello stesso anno realizza la sua prima opera monumentale, una Madonna in pietra collocata in via dei Cavalieri a Rodi, dove anche Afro è attivo nel campo del muralismo. Nel 1939 insieme ad Afro espone alla Galleria Zecca di Torino e alla galleria Genova a Genova, e con una personale alla Galleria di Roma a Roma, dove ritorna nel 1942. Nel 1940 partecipa alla VII Triennale di Milano, nonché alla VIII, IX, X, XI edizione.
Tra il 1940 e il 1942 realizza un altorilievo in marmo per il palazzo Assistenza Sociale all'EUR a Roma: lungo questi anni Quaranta, sperimentando tecniche artistiche e i più eterogenei e insoliti materiali, si stacca dalla figurazione per accostarsi all'esperienza cubista e avviare nuove ricerche strutturali e materiche, con forme a intreccio policrome - riproposte anche nella parallela produzione pittorica - pur conservando nei soggetti suggestioni fabulistiche desunte sempre dal mito. Tale produzione viene presentata in varie personali negli USA, alla Knoedler Gallery e alla Catherine Viviano Gallery di New York, e raggiunge uno dei suoi vertici nella "Cancellata" in bronzo di 3 metri per 6 che chiude il Mausoleo delle Fosse Ardeatine a Roma, per il quale realizza anche i due cancelli minori, concepiti come monumentali rilievi "a giorno". Sempre su scala monumentale modella e dipinge tra il 1951 e il 1952 il "Soffitto" della sala delle assemblee generali, del Palazzo della FAO a Roma, corredato da vetrate policrome e da una balaustra in cemento mosaicato, in una chiave fantascientifica di grande esuberanza decorativa; del 1954 è la "Croce" per il Monumento ai Caduti per la libertà a Mathausen, superficie intagliata e inflessa secondo una ricerca sviluppata in questi anni i cui esiti vengono presentati nella sala personale alla Biennale di Venezia del 1954, accanto a figurazioni totemiche quali chimere e leoni o alle steli scavate e decorate - un esempio delle quali è la "Fontana" in piazza Brin a La Spezia (1955-56) in cemento e mosaico - tutte forme nate da suggestioni arcaizzanti e magico-rituali, desunte dall'accostamento ad antiche civiltà orientali e pre-colombiane. Del 1955 sono due altorilievi in mosaico con figure allegoriche per una filiale della Banca Nazionale del Lavoro a Roma, anno in cui partecipa alla mostra Documenta a Kassel, dove ritorna nel 1959 alla II edizione, e vince il premio internazionale di scultura alla III Biennale di S. Paolo del Brasile, partecipandovi anche nel 1965, mentre nel 1957 ottiene analogo riconoscimento a Carrara e nel 1959 dall'Accademia Nazionale dei Lincei a Roma, quindi nel 1966 dalla Quadriennale romana. Dal 1957 dirige il Design Workshop alla Harvard University a Cambridge (Mass.) alternando soggiorni estivi a Roma e a Forte dei Marmi. La sua ricerca plastica e pittorica continua fino alla fine a dipanarsi in molteplici direzioni, tra echi figurativi di suggestione totemica e forme astratte, attingendo dall'immaginario collettivo nuovi idoli, maschere, stregoni, a interpretare emozioni e incubi, sempre sperimentando tecniche antiche - come la cera persa - e nuovissime, e materiali anche di recupero, come i legni policromi, con alto grado di preziosità nell'esecuzione, nelle patine come nel dettaglio. Del 1962-63 è "L'iniziazione" per l'Università di Urbana (Illinois), una delle numerose sculture monumentali installate negli USA.

Mirko Basaldella

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